Sotto il cielo della Patagonia c'è una terra vastissima, arida e spazzata da venti
impetuosi e violenti; non è facile viverci ma se si sta cercando pace e solitudine è
facile amarla.
Sotto il cielo della Patagonia c'è un gruppo di persone, sono in diciotto...scusate,
sono diciannove...riscusate, sono diciotto anzi diciassette anzi ... Gente che
viene, gente che va ... quanti sono non si sa... Ma non ha importanza, ciò che importa è
il loro tragitto sino alla "fine del mondo".
Puerto Madryn : che barba, che palle!
Ammazziamo la noia con enormi abbuffate in un ristorantino consigliatoci dal Tourist
Informations (Taska Beltza) e con frequenti puntate (a colazione, a merenda, dopo cena) in
bar carino (Lizard Bar).Una sera organizziamo anche un barbecue nel giardino dell'
Ostello...
Per smaltire il tutto nulla di meglio di una gita in bici a Punta Loma.
Dopo alcuni problemi alla partenza (difficoltà a trovare bici per tutti) "che bello
pedalare sotto questo sole ma..."
Alla sera ci ritroviamo tutti, chi più chi meno, letteralmente ustionati !!
Poi il giro della penisola di Valdes... che delusione !Le balene se ne sono appena andate,
i Lobos Marinos de un Pelo sono parecchio distanti, Las Salinas ce le fanno vedere
"con il binocolo", gli autisti guidano come dei pazzi...
Punta Tombo : pace e tranquillità.
Nessuno si immaginava un posto di tale bellezza!
Centinaia di migliaia di pinguini, piccoli, buffi, simpatici, ti camminano a fianco, ti
osservano con occhietti sorpresi e curiosi e ti beccano se cerchi di toccarli !
Difficile dire quale ne sia la causa ma il luogo è pervaso da una grande sensazione di
serenità.
El Chaltén : è una città di frontiera.
Un piccolo avamposto dell' umanità dove i tetti di molte case sono saldamente ancorati
al terreno...
La situazione meteorologica contribuisce a farci sentire "lontani da tutto".
All' arrivo facciamo appena in tempo a trovare una sistemazione di fortuna che si scatena
un violento temporale.
Anche il giorno dopo, durante il trek alla Laguna Torre, abbiamo nuvole basse, pioggia,
freddo e nevischio e non vediamo un cavolo.
Alla sera, mentre torniamo alla base (un grazioso ostello/rifugio) si cominciano ad
intravedere squarci di azzurro e alla fine riusciamo ad ammirare il Fitz
Roy.
La cosa si ripete quasi uguale (qualche raggio di sole in più...) il giorno dopo durante
il trek al Fitz Roy.
Nonostante ciò questo paesino mi conquista e mi affascina e resterà uno dei momenti più
belli di tutto il viaggio.
Il Lago Argentino: il Capitano è un pisquano !
Orfani del CG e sotto un cielo nuvoloso che non promette nulla di buono ci rechiamo
all'imbarcadero per la crociera sul Lago Argentino.
Ci sono due catamarani e saliamo su quello che ci indicano e ci sistemiamo quasi tutti nel
salottino di poppa.
Superata la "Bocca del Diablo" si inizia ad avvistare i primi iceberg che
diventano sempre più grandi mano a mano che ci avviciniamo al ghiacciaio che conta una
superficie di circa 1000 kmq.
Il luogo è bellissimo e con rammarico pensiamo a cosa sarebbe in una giornata di sole...
Adesso pioviggina a tratti e fa freddo; ci dobbiamo accontentare.
Arrivati in vista del fronte del ghiacciaio troviamo la strada sbarrata, per un'ulteriore
avvicinamento, da numerosi iceberg e quindi ci rechiamo alla Baia Onelli dove ci fanno
scendere a terra.
Dopo una breve camminata raggiungiamo un grazioso laghetto pieno di iceberg ma come al
solito il tempo è pessimo e non tende a migliorare...
Ritornati sul catamarano ripartiamo (dopo aver mangiato dei panini) alla volta
dell'Upsala
dove, incredibilmente, troviamo la strada quasi sgombra!
L' altro catamarano passa con disinvoltura tra i pochi iceberg che ancora tentano di
impedirci l'avvicinamento al fronte dell' enorme ghiacciaio.
Il nostro, invece, decide di seguire un percorso diverso ed ad un certo punto sentiamo un
forte colpo che scuote la imbarcazione.
Cosa è stato cosa non è stato cominciano subito a circolare voci che dicono che abbiamo
rotto un'elica !!
Voci che dopo poco tempo vengono confermate da un' annuncio ufficiale :
"Abbiamo centrato un pezzo di ghiaccio ed un'elica è fuori uso, comunque l'altra non
ha subito danni e ci consentirà di rientrare ad El Calafate senza problemi eccetto un
lieve ritardo. Purtroppo con un motore solo non possiamo avvicinarci di più al Ghiacciaio
Upsala, vi dovete accontentare."
E ti pareva !! La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo !!
Il Perito Moreno: che spettacolo, che spettacolo !
Con occhio assonnato sbircio dal finestrino del bagno e mi sembra sereno... Incredulo
guardo meglio... Incredibile E' sereno !
-Sveglia, branco di guanachi ! C'è il sole; ci vediamo il Perito Moreno con
il sole !
Già i paesaggi che possiamo ammirare dai pulmini lungo il tragitto sarebbero sufficienti
a soddisfarci (numerose le soste per fotografare) ma quando il ghiacciaio compare in
lontananza l'eccitazione va alle stelle.
Appena arrivati scendiamo dai pulmini e schizziamo via come schegge impazzite, percorriamo
su e giù tutto il percorso che porta ai vari punti panoramici, scattiamo decine di foto a
questo
grandioso spettacolo della natura, poi ci calmiamo un momento e ci fermiamo a
contemplare l'immenso ghiacciaio...e piano piano cominciamo a sentire degli scricchiolii
... la temperatura si sta alzando ed il ghiaccio comincia a sciogliersi... alcuni piccoli
pezzi cominciano a cadere con fragore nel sottostante Lago Argentino... iniziamo a
scrutare tutto il fronte del Perito nella speranzosa attesa che qualche pezzo di notevoli
dimensioni si stacchi e ...
-Eccolo, eccolo: Braaaaammmm !
Un blocco di ghiaccio grande come una montagna si stacca e con il rombo di un tuono cade
nel lago sollevando un' enorme massa d'acqua !
Le macchine fotografiche diventano roventi, i fotogrammi scorrono a folle velocità
...Siamo rapiti e prigionieri di questa
lingua di ghiaccio ... non osiamo più muoverci
(neppure per andare in bagno), mangiamo un panino con una mano sola e con lo sguardo
sempre vigile e la macchina fotografica sempre pronta e se dobbiamo cambiare il rullino il
terrore ci assale :
-E se adesso casca quel grosso blocco là in bilico...
-Eccolo, eccolo: Braaaaammmm, beccato!
-Eccolo, eccolo: Braaaaammmm, beccato!
Che spettacolo, che spettacolo !
Il Perito Moreno non si può descrivere, è grandioso, immenso, fantastico,
dovete andarlo a vedere, che spettacolo, che spettacolo !
Pinguinera di Seno Otway : allucinante !
Poco prima di Punta Arenas una deviazione conduce alla Pinguinera di Seno Otway
(collegato con lo stretto di Magellano), si è alzato il vento che sta spazzando via le
nuvole e quando, arrivati al mare, scendiamo per una foto restiamo sorpresi dalla sua
violenza.
Risaliamo in fretta e proseguiamo ma la "strada", in alcuni tratti, non è in
buone condizioni ed ad un certo punto l'alternativa è rischiare di finire impantanati o
ribaltati... La seconda che hai detto! Ci va bene!
Giunti all'ingresso della Pinguinera siamo accolti dalla guardaparco la
quale ci comunica, come se niente fosse e con uno smagliante sorriso che in
questo momento il vento sta soffiando ad una velocità di circa 80/90 km/h...
nulla di allarmante, è solo a "mezza forza", infatti questo è un vento che
può benissimo raggiungere i 180 km/h !
Con grande stoicismo (paghiamo pure il biglietto !!) ci incamminiamo nella Pinguinera ma
la forza del vento è tale che ci costringe ad un grande sforzo per riuscire a muoverci.
Dopo grande fatica e sofferenza raggiungiamo il primo punto di osservazione in riva
all'oceano dove, fortunatamente, una barriera di legno ci protegge dalla furia del vento.
Lo scenario offerto dai cavalloni oceanici, dal cielo a tratti sereno e a tratti
nuvolosissimo e dai pochi pinguini sulla spiaggia (nulla a vedere con Punta Tombo!) ha il
suo fascino ma dopo alcune foto facciamo velocemente ritorno(anche perché sospinti dal
vento in "poppa") ai pulmini.
Punta Arenas : sempre un po' di più Punta Arenas ti dà !
Lasciata la Pinguinera di Seno Otway arriviamo a Punta Arenas dove ormai il vento ha
spazzato definitivamente le nuvole; approfittiamo del bel tempo (ma freddo) per un primo
giro fotografico della città.
Il giorno dopo facciamo il bis (alcuni vanno prima alla "zona franca" ma fuggono
velocemente...) e andiamo a vedere le cose tralasciate la sera prima.
La visita si conclude con il Cimitero Monumentale dove "cipressi" dalla forma
bizzarra catturano la nostra attenzione.
Meritevole di una menzione anche un gatto placidamente sdraiato a crogiolarsi al sole in
una vetrina di un negozio di giocattoli.
Punta Arenas/Lago Fagnano : partirà, la barca partirà... ?
Siamo al porto in perfetto orario contrariamente al traghetto che viene annunciato con
mezz'ora di ritardo, poi un'ora e mezza, poi quattro ore...
Sgommiamo velocemente e ci precipitiamo a prendere l'altro traghetto sito a parecchi
chilometri di distanza.
Giunti all'imbarcadero attendiamo per alcuni minuti il nostro turno e finalmente riusciamo
ad imbarcarci ed ad attraversare lo Stretto di Magellano.
Arriviamo a tarda sera al Lago Fagnano dove, fortunatamente, abbiamo prenotato, oltre al
posto per dormire, anche la cena.
Tira un vento pazzesco e temiamo si porti via i bungalow dove alloggiamo...
Dopo cena ci fermiamo per quattro chiacchiere e quando decidiamo di andare a nanna si
scatena un violento acquazzone e noi non abbiamo l'ombrello e manco ci ricordiamo quale
sia il nostro bungalow...
Ushuaia : La Fin del Mundo.
Arriviamo alla città più australe del mondo (ci sarebbero anche Puerto Williams e
Puerto Toro ma sono dei piccoli insediamenti), che ci accoglie con un fantastico
arcobaleno, non in aereo né in nave ma via terra dopo aver macinato chilometri e
chilometri di piste polverose, dopo aver affrontato il vento e la pioggia, dopo aver
camminato, dopo aver traghettato e dopo aver visitato l' Estancia Harberton sita in una
splendida posizione sul canale Beagle e circondata da un favoloso e bucolico paesaggio.
-Fai la visita guidata all' Estancia ?- Mi chiede il CG.
-Certo.- Rispondo; dando per scontato che la facciano tutti o quasi.
-Bene, siete solo in tre !! - Ribatte lui.
-??!- Vabbè, meglio pochi ma...
Terminata la visita (di carattere principalmente botanico ma comunque interessante) non
rinunciamo neppure ad una fetta delle loro rinomatissime torte.
Alla sera, dopo una spaghettata, grandi progetti per il giorno dopo...
Il giorno dopo purtroppo si rivelerà nuvoloso; cosa si fa, cosa non si fa, optiamo per
l'escursione "meno costosa" ovvero il trek al Glaciar Martial dove il nostro
"intenditore" si esibirà in una grande performance !
Il giorno successivo, al Parco Terra del Fuoco, il tempo si dimostra abbastanza clemente e
così, dopo una breve passeggiata ed aver ammirato i castori, decidiamo di tentare la
sorte (del bel tempo) e tornare ad Ushuaia per la gita sul Canale Beagle che avevamo
rimandato il giorno prima.
La sorte ci è propizia e ci godiamo il giro in catamarano; grande.
Sotto il cielo della Patagonia potrebbe anche non esserci nulla perché esso è
talmente grande e vasto che esisterebbe ugualmente, immenso e mutevole, sempre uguale
eppure sempre diverso... sino alla fine del tempo.
E noi, piccoli esseri umani, sotto questo cielo ci sentiamo così insignificanti, deboli,
fragili; di quante cose abbiamo bisogno : dormire, mangiare, bere, amare ...
Sotto il cielo della Patagonia le nuvole vanno, vengono, ritornano e magari si fermano
tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle.
Sotto il cielo della Patagonia se parli piano puoi ascoltare l'infinito ma non è
possibile raccontare cosa dice perché esso è dentro di noi.
Sotto il cielo della Patagonia la vita continua anche dopo la nostra partenza e mentre
voliamo "sopra" ci portiamo appresso un gran voglia di ritornare.
Riccardo Riva