Sorprese, curiosità e stranezze da un Islanda
Gruppo Bosticco.
A causa di problemi “tecnici” della Icelandair (manca l’aereo)
e poi di un temporale che si abbatte sulla Malpensa proprio quando finalmente l’aereo
è stato trovato arriviamo a Keflavik (Reykjavik)
con due ore di ritardo. Ritirati i bagagli troviamo ad attenderci Olivia,
la 18° partecipante, ed un bus con autista che ci porta ad un vicino ostello
che Claudio, il Capogruppo, ha prenotato dall’Italia. Piove e tira un vento
gelido; niente male come inizio ! Giunti sul posto scarichiamo subito i bagagli
con tanta voglia di andare a dormire (sono circa le 6.00 ora italiana !) per poi
accorgerci che alla Reception non c’è nessuno solo un biglietto con un numero
di telefono… Facciamo telefonare all’autista e dopo un po’ arriva una
donna e salta fuori che ci aspettava per il giorno dopo…
La signora cerca di rimediare al disguido e per iniziare:
- Chi vuole andare nella dependance ? Chiede Claudio.
- Io, io, io, io !
Beati gli ultimi se i primi saranno onesti e se non sapranno cosa li aspetta.
Gli “ultimi” si beccheranno delle comode doppie, i “primi” una notte un
tantino disagiata.
A Geysir alloggiamo in un ottimo ostello con camere da
3-4 persone.
Sistemati i bagagli si esce per un giro al vicino sito di geysir, fumarole,
soffioni, ecc. Nessuno dei quattro si preoccupa di prendere con se la chiave
anche perché la porta non si chiude o almeno così sembra…Stessa cosa al
ritorno anche perché: chi entra e chi esce qualcuno in stanza o nei pressi c’è
sempre. Quando risuona il grido : - La cena è pronta.
Tutti si precipitano a tavola la porta della stanza viene chiusa ma NON a chiave
e la stessa viene, incautamente, lasciata all’ interno…
Terminato di mangiare :
- Hai tu la chiave ?
- Io no .
- L’hai tu ?
- Io neppure.
- Io stavo in cucina; chi è stato l’ultimo ad uscire ?
- Sono stato io però non l’ho chiusa a chiave ma ora non si apre…
- Ragazzi, non fate scherzi tirate fuori la chiave !
- Mi sa che è rimasta dentro…
- Come “dentro” ??!!
- Ma sì, visto che la serratura non funzionava la chiave l’ho lasciata all’interno…
- Se la serratura non funzionava com’è che ora non si apre ????
Andiamo tutti a vedere, proviamo ad aprire la porta con calci
e spintoni ma nulla da fare.
La Reception è chiusa ed un bigliettino annuncia che riaprirà l’indomani
alle 9.00.
Facciamo tutta una serie di tentativi infruttuosi : scassinare
la serratura, entrare dalla finestra (chiusa) passando dalla finestra delle
vicine, scassinare la Reception nel caso abbiano un duplicato…
- Ora che facciamo ??
- Dormiamo nel salottino sui divani.
- Stai scherzandoooo ?!!
- Dai, tirate fuori la chiave !
- Piantatela di fare casino qui c’è gente che vuole dormire !
- …
- Dietro la Reception c’è un ripostiglio con materassi, lenzuola e coperte,
non ci resta altro da fare il salottino è anche riscaldato…
- Vabbè; buonanotte !
Il mattino dopo qualcuno ha dormito bene, qualcun’ altro un
po’ meno e non si può neppure fare colazione perché è tutto nella stanza e
non rimane che aspettare che arrivino quelli dell’ostello; solo che la
partenza è prevista per le 9.00 …
- Vado a vedere se magari è passato il TROLL ed ha aperto la
porta…
- ….. ??
- Ragazzi, non sto scherzando: si è aperta !
- Come sarebbe a dire ???
- Ho abbassato la maniglia e si è aperta senza sforzo…
Corriamo a vedere ed è veramente APERTA !
- Sarà stato un Troll…!
Gli islandesi credono che il loro paese sia abitato da strane
creature, a volte benevole a volte dispettose, ed ora ci crediamo un po’ anche
noi.
- Alzi la mano chi di voi sa cosa è un : “Porciglione” ? Ed il
“Falaropo” ? E lo “Svasso Cornuto” ?
Sono animali che la Giuda EDT dell’ Islanda elenca come : “ Specie a rischio
di estinzione”.
Vabbè; ma come sono ?? Cosa sono ? Mammiferi ? Uccelli ? Pesci ? Mistero…
Così il “Porciglione” diventa un tormentone (uno dei molti) per quasi tutto
il viaggio; sino a quando arriviamo al Centro Informazioni dello Skaftafell
National Park :
- Ragazzi, notizia importantissima : abbiamo trovato il “Porciglione” ! Esiste
ed è un’ uccello, abbiamo visto la foto ! Finalmente!
La cascata Dettifoss non è molto alta (44 metri) ma la sua
portata è di ben 500 metri cubi al secondo! Detto così non fa nessun effetto
ma provate ad avvicinarvi e capirete…
E’ impressionante, spaventosa, travolgente ed inarrestabile. Solleva uno
spruzzo di acqua tale da essere visibile ad un chilometro di distanza ed
arrivarci vicino significa bagnarsi completamente.
Se per caso, grazie a giacche a vento o cerate, riuscirete a conservare qualche
centimetro di pelle asciutta dovrete fare molta attenzione per non scivolare sul
sentiero infangato o sulle rocce bagnate… Splash.
Ma una volta arrivati a pochi metri dalla cascata lo spettacolo vi sconvolgerà.
Al Rifugio Dreki non c’è posto per tutti e 10 persone
devono andare nella “dependance”…
Memori di un’esperienza passata non ci vuole andare nessuno…Errore!
La
casetta e piccola ma è tutta per noi mentre il Dreki è strapieno e sarà una
dura lotta conquistarsi un posto per dormire.
Pranziamo velocemente e poi partiamo alla conquista del Askja.
L’ Askja è un vulcano con due laghi : uno è grande e
freddo e risponde al nome di Oskjuvant mentre l’altro è piccolo e caldo e
viene chiamato Viti.
In quest’ultimo si può fare il bagno anche se la discesa
pare sia difficoltosa essendo molto ripida e scivolosa. Giunti all’affollato
parcheggio lasciamo i pulmini e ci incamminiamo su di un sentiero perennemente
pianeggiante e segnalato da dei paletti; piove, fa freddo e le nuvole sono basse
e quindi la prospettiva è quella di arrivare sul posto senza poi riuscire a
fare il bagno ne ad ammirare il panorama…
Ma quando siamo sul bordo del Viti
ecco aprirsi uno squarcio tra le nubi ed apparire il sole ! Meraviglioso !
Effettivamente la discesa al lago risulta essere problematica
tanto che non tutti se la sentono di scendere così come la temperatura esterna
poco invoglia a spogliarsi ed ad entrare in acqua che risulta pure non essere
caldissima e puzza di uova marce e molti si consolano girando intorno al
cratere, scalando una montagna nei pressi o ammirando lo splendido panorama.
- Nevica.
- Cooosaaa ???
- Nevica, guarda dalla finestra.
- Nevica nevica nevica …
Le voci si fanno strada nel dormiveglia generale e, dato che
siamo tutti e 18 in un unico camerone, pian piano iniziamo a svegliarci.
Sono le ore 7.00 di un lunedì 12 Agosto ed in effetti, fuori dal Rifugio
Sigurdarskali ( situato a poca distanza dal terzo ghiacciaio al mondo in ordine
di grandezza : Il Vatnajokull !!), sta nevicando.
- Stamattina ci sarà da divertirsi a caricare i bagagli !
- Ma abbiamo le catene da neve ?
- Ma figurati se attacca !
- Ma guarda come viene giù !
- Effettivamente …
Per il momento lasciamo perdere i problemi logistici e
viabilistici e ci concentriamo su quelli più immediati come : preparare i
bagagli e a fare colazione. Per la seconda, in cucina, c’è una stufa sempre
accesa con sopra una grossa pentola piena di acqua costantemente calda; la cosa,
oltre ad essere veramente piacevole, rende la colazione molto più facile e
veloce. Nel frattempo la neve smette di cadere e così ne approfittiamo per
caricare borse e valigie sul tetto dei pulmini.
- Ecco, ora che abbiamo finito potrebbe anche ricominciare a
nevicare così facciamo qualche foto.
Veniamo immediatamente accontentati.
Piove e la temperatura è di 5 ° c. ma un gruppo di pazzi ha
deciso di non lasciarsi intimorire e di fare ugualmente il bagno nella pozza di
acqua calda nei pressi del lago Myvatn.
Ormai ci siamo passati davanti così tante volte che non ce ne possiamo andare
senza esserci immersi in questo laghetto azzurro, fumante e puzzolente situato
ai bordi della strada principale .
Freccia a sinistra e svoltiamo ma veniamo subito bloccati da un tizio: ci dice
che non si può fare il bagno perché stanno girando un film… !
- Noooo !
Cerchiamo di impietosirlo, gli diciamo che ce ne staremo buoni
buoni in ammollo senza disturbare.
Nulla da fare. Stiamo già facendo tristemente inversione quando ci dice che
possiamo andare dalla parte opposta…Vai !
Percorriamo pochi metri e freccia a destra e svoltiamo ma il
luogo indicatoci fa schifo e l’acqua è pure fredda…Ivano non sì da per
vinto e con Luca parte in esplorazione: si potrebbe parcheggiare il pulmino sul
bordo della strada, c’è spazio a sufficienza per non intralciare il traffico
e così saremmo anche abbastanza vicini all’acqua (calda) il che, visto il
tempo, andrebbe anche bene.
Ripartiamo, freccia a sinistra poi ripassiamo davanti al tizio
di prima che, appena ci vede sta già preparando la tiritera “stanno girando
un film” ma poi ci riconosce e lascia perdere anche perché facciamo
rapidamente inversione e poi freccia a destra, accostiamo sul bordo della strada
e dopo esserci spogliati tutti in acqua ! Bè, quasi tutti; il sottoscritto
prima (e dopo) viene incaricato di fare la foto a tutti: una “personale” ed
un’altra col gruppo; per fortuna siamo venuti qui solo in sei !
Quando saliamo sul mezzo anfibio per il giro tra i numerosi
iceberg della laguna di Jokulsarlon piove e fa un freddo porco; ad ognuno danno
un giubbotto salvagente e quando siamo al completo partiamo. Percorriamo un
breve tratto “terrestre” ed entriamo in acqua iniziando la breve navigazione
tra i ghiacci. Un tipo su un gommone si accosta e consegna alla Hostess un pezzo
di ghiaccio e lei ci tiene una breve lezione sulla sua storia, sulla sua
veneranda età e su quella della laguna; nonostante il tempo infame e le chissà
quante volte avrà ormai avrà ripetuto suddetta storia la ragazza ha ancora
voglia di ridere e scherzare dimostrando così una buona “professionalità”
ed essendo anche molto carina fa naturalmente colpo su tutti i maschi a bordo.
Terminato il discorsetto ritorniamo indietro… Già finito? Tutto sommato,
hostess a parte, è forse molto più interessante fermarsi in un qualsiasi punto
della strada e costeggiare (gratis) la laguna a piedi…
Claudio ci aveva promesso, per oggi, una sorpresa che si
rivela essere una escursione su un carro trainato da un trattore! Ovviamente
piove alla grande ma ormai siamo abituati e così, armati di coloratissime
mantelle saliamo stoicamente sul carro ed il trattore si avvia alla volta di Ingolfshofdi.
Il primo tratto è pieno di buche che ci fanno saltare come
canguri impazziti ed inoltre la pioggia ci sferza senza tregua… ma che bella
sorpresa !
I sobbalzi diminuiscono notevolmente quando arriviamo sul
Sandur: una vastissima distesa desertica di sabbia nera, limo, ghiaia e quant’
altro eroso dai ghiacciai e trasportato a valle da tortuosi fiumi glaciali. Il
tutto è ricoperto da una marea poco profonda e ci rendiamo subito conto di come
il trattore sia l’unico mezzo che possa muoversi in questo ambiente.
Giunti a Ingolfshofdi, un promontorio alto 76 metri situato in
mezzo al nulla, scendiamo e, aiutati da una lingua di sabbia, saliamo in cima. L’autista
del trattore, un’ anziano signore che parla solo islandese, ci accompagna per
un tratto e poi ci fa capire a gesti di proseguire in direzione del faro che con
il suo colore arancione spicca sullo sfondo.
La vista dalla cima di questa roccia (sulle sue pareti
nidificano i pulcinella di mare e vari uccelli marini) spersa in mezzo al nulla
è spettacolare. Incontriamo il figlio dell’autista (che è tornato
indietro), ma inizialmente lo scambiamo per un viaggiatore solitario, che ci
accompagna per il resto del giro e per due o tre volte grida “balena”
indicando un imprecisato punto in mezzo all’oceano burrascoso. Nel frattempo a
smesso di piovere permettendoci così di apprezzare di più questo
particolarissimo luogo e non ultimo alleviando pure il ritorno in trattore che
verrà guidato dal “viaggiatore solitario“.
A Reykjavik abbiamo prenotato una notte all’Ostello dell’Esercito
della Salvezza; è situato in centro e nonostante il nome pare sia molto
rinomato e che offra camere belle e pulite.
Ma noi non le vedremo.
Giunti all’ostello Claudio va a controllare che sia tutto a
posto ma la signora alla Reception dice che non c’è nessuna prenotazione e
che è tutto pieno e non c’è posto.
Claudio insiste finché la donna telefona alla Direttrice che
è fuori a cena la quale ci propone un’ appartamento… Vabbè, diciamo di
farci vedere questo appartamento; risponde che bisogna attendere che torni la
Direttrice… Intanto ci fa accomodare e ci offre da bere… Molto gentile ma
non è che possiamo star qui tutta sera, se non c’è posto andiamo a
cercarcene un altro…
Intanto arriva un uomo che con fare arrogante ci dice che non
c’è nessuna prenotazione e che non c’è posto… Ma Claudio non demorde e
finalmente arriva la Direttrice che si scusa per il disguido perché la
prenotazione è stata fatta ma la persona che la presa se ne è scordata… Ci
porta a vedere il fantomatico appartamento che si trova a pochi passi dall’
Ostello e dopo pochi minuti realizziamo che è casa loro. Ci dividiamo in
quattro locali su due piani, chi sul letto, chi sul divano e chi per terra con
il materassino. Dopo esserci sistemati e riassettati usciamo a cena per la
seconda volta in tre settimane e data l’ora tarda ( sono ormai le 21.00
passate) ci infiliamo nel primo ristorante che troviamo e che ci sembra carino…
Solo quando leggiamo il menù ci rendiamo conto che è un ristorante messicano.
Grande delusione di coloro che volevano provare la cucina
islandese ma ormai è andata così…
Terminata la cena (discreta) mentre sono in coda alla cassa
per pagare il conto mi sento battere su una spalla, mi giro pensando sia
qualcuno del gruppo ed invece mi trovo davanti un tizio chiaramente ubriaco che
mi chiede da dove vengo, gli rispondo che sono italiano e la cosa gli fa
enormemente piacere, dice che adora l’Italia, poi si gira a riferire la cosa a
due donne sedute ad un tavolo vicino. Una delle due, palesemente ubriaca come il
suo amico, si alza, si avvicina e nel dichiarare il suo amore per l’Italia mi
mette le braccia al collo e mi da un bacio…
Viva l’ Italia !
Viva l’ Islanda !
Riccardo Riva Islanda 03/08/2002 - 23/08/2002
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